|  | (Atti degli Apostoli - Cap. 5, 26-39) 26.Allora il  capitano uscì con le sue guardie e li condusse via, ma senza violenza, per  timore di esser presi a sassate dal popolo. 27.Li condussero e li  presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: 28.“Vi  avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco  voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su  di noi il sangue di quell’uomo”. 29.Rispose allora Pietro insieme  agli apostoli: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. 30.Il  Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo  alla croce. 31.Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e  salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei  peccati. 32.E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo,  che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui”. 33.All’udire  queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte. 34.Si  alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della legge,  stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli  accusati, 35.disse: “Uomini di Israele, badate bene a ciò che state  per fare contro questi uomini. 36.Qualche tempo fa venne Téuda,  dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini.  Ma fu ucciso, e quanti s’erano lasciati persuadere da lui si dispersero e  finirono nel nulla. 37.Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo  del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch’egli perì e quanti s’erano  lasciati persuadere da lui furono dispersi. 38.Per quanto riguarda il  caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e  lasciateli andare. Se infatti questa dottrina o questa attività è di origine  umana, verrà distrutta; 39.ma se essa viene da Dio, non riuscirete a  sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!”. |  |